Un'installazione interattiva che il pubblico può modificare dal proprio
telefono cellulare.
Art Palace, Cairo, 2008.
Trent'anni
fa Maurizio Bolognini ha iniziato a usare computer per generare flussi di immagini casuali in continua espansione
(serie Macchine programmate). Centinaia di
computer sono stati programmati e lasciati funzionare all'infinito
Macro-Museo di Arte Contemporanea, Roma,
2011
"Non mi considero un artista che crea certe immagini, e nemmeno soltanto
un artista concettuale. Piuttosto sono uno che attraverso le sue macchine ha
effettivamente tracciato più linee di chiunque altro, coprendo superfici
sconfinate. Non mi interessa la qualità delle immagini prodotte dalle mie
installazioni ma il loro flusso, la loro illimitatezza nel tempo e
nello spazio, e la possibilità di creare universi di informazione paralleli
costituiti da chilometri di immagini e traiettorie infinite. Le mie
installazioni servono a generare delle infinità fuori controllo"...... (MB)
More
space more time (Machine Art),
Galerie Depardieu,
Nice, 2006. Centinaia di persone che disegnano nell'aria.
COMPUTER SIGILLATI (1992-)
Post-screen works (dal
1992). Installazione di Computer sigillati, Atelier de la Lanterne, Nice, France, 1992-98
Nel 1992 Bolognini
ha iniziato a
"sigillare" le sue macchine (serie Computer
sigillati)
chiudendo
i monitor bus in
modo che continuasserero a produrre immagini che nessuno avrebbe visto. Molte di
queste
stanno ancora
funzionando.
"La serie dei Sealed Computers di Maurizio Bolognini ci indica ciò
che potrebbe costituire la più significativa linea di forza nel campo della
software art......"
Andreas Broeckmann
"Il criptico
universo di Bolognini è silenzioso e inaccessibile come una galassia. [...]
Generando immagini con una superficie approssimativa di quattro miglia quadrate
al giorno, l'installazione potrebbe facilmente coprire ogni centimetro del
mondo." Lily Faust (NY Arts Magazine)
"Le macchine 'istruite' [...] vanno avanti per conto loro, coinvolgendo la
dimensione temporale e spaziale, tendendo a una vastità
di tipo geografico in cui l’immagine, il segno, diventano
processo di
misurazione, [...] tra dimensione reale e illusoria......." Angela Madesani
"Dalla
Linea Infinita di Manzoni a
One Million Years di
On Kawara, da Infinito di Anselmo [...], lo sforzo di fermare in
un'immagine o in un'idea la dimensione sfuggente dello spazio (e quindi
anche del tempo) è un filo rosso della ricerca artistica del
secondo Novecento che si avvale, in questi e altri
artisti, delle categorie della metafora e del simbolo.
L'infinito fuori controllo di Maurizio Bolognini si colloca
(provvisoriamente) al termine di questo percorso con
un passaggio, che può non apparire evidente allo
spettatore distratto, dalla virtualità dell'idea alla realtà
di uno spazio e di un tempo davvero infiniti (almeno
potenzialmente)......." Sandra Solimano
"Il lavoro di
Bolognini viene spesso indicato come il versante concettuale della
ricerca artistica legata alle tecnologie digitali, sia perché le sue
installazioni riprendono con nuovi mezzi alcune tematiche dell'arte
concettuale (lo spazio, il tempo, la dimensione infinita...), sia
perché consistono in molti casi nella realizzazione di dispositivi
autosufficienti, attivati in modo minimo e astratto....."
INTERATTIVITA' (2000-)
"Maurizio Bolognini revises the very notion of a digital device to encompass
hardware, software and the public. Postdigital artists see digital devices
as enmeshed in social processes and patterns. [...] New
modes of participation offer a variety of possibilities for digital art in
which there is a shift from weak modes of public interaction to stronger
modes that promote democracy and public decision-making. To be sure,
digital art in the future will utilize participatory technologies and mobile
communications to a greater extent. It is the pervasiveness of digital
technology in our everyday lives that underpins the postdigital character of
art.... ” (C. Hope, J. C Rian, Digital Art: An
Introduction to New Media)
SMSMS-SMS
Mediated Sublime
dall'interattività alla democrazia:
"Nel 2000 ho iniziato a collegare alcuni di questi computer alla
rete
telefonica mobile(serie SMSMS-SMS Mediated Sublime). Questo mi
ha consentito di realizzare installazioni interattive e multiple, connettendo
postazioni geograficamente distanti. In questo caso il flusso di immagini era
reso visibile da grandi videoproiezioni e il pubblico poteva modificarne le
caratteristiche in tempo reale, inviando nuovi input al sistema, ciascuno dal
proprio telefono. Questo veniva fatto in modo simile a certe applicazioni di
democrazia elettronica. Ciò che avevo in mente era un'arte generativa,
interattiva e pubblica......."
(MB)
CIMs (2005). Installazioni interattive realizzate in
luoghi diversi e distanti l'uno dall'altro, coordinate attraverso la rete telefonica mobile.
ICB-Interactive Collective Blue
La struttura d'interazione delle CIMs è stata
utilizzata anche in ICB (Interactive Collective Blue), per definire
una serie di Blu Democratici.
ICB/Round 144,
42 x 64 cm, 2006.
SUBLIME TECNOLOGICO
"Il lavoro di Maurizio Bolognini si situa su quella sottilissima
zona-limite che separa l'accettazione e la resa del soggetto
alla preponderanza della tecnica, dalla volontà residua,
quella cioè che resta dopo aver deposto ogni giubilatoria
autoillusione umanocentrica, di misurarsi ancora con essa,
forzandola a rientrare sempre di più in sé solo per sospingerla,
in qualche modo, verso un al di là di se stessa. [...] Egli é in perfetta sintonia con tutto il nostro lavoro sull'estetica
della comunicazione e sul sublime tecnologico." Mario Costa
"This limit of consciousness at the edge of the anthropic principle is
demonstrated in Maurizio Bolognini’s Sealed Machines (1992). Described as a
key development in software art, the work consists of a collection of
computers, set to generate images according to Bolognini’s programming, with
sealed monitor bus ports. The complete inaccessibility of the vast quantity
of visual imagery created by the work references a technological
sublimity of the void beneath the digital world........
" Benjamin Garfield
Senza titolo (Stanza #11), 2007,
incisioni laser su libro (Olanda), cm 28 x 25 x 3
Senza titolo (Stanza #11), 2007, incisioni laser su vari oggetti
(MAMBO, Bologna, 2022)
Computer
sigillati, MLAC, Roma,
2003 Computer
sigillati, WAHCenter, New York,
2003
About Studio, Bangkok; Archivio Cavellini, Brescia; Archivio Gualco,
Genova; CACTicino, Bellinzona; Galerie Air de Paris, Paris; Galleria
Neon, Bologna; Galleria Cortese, Milano; Galleria Leonardi V-idea,
Genova; Galleria Minini, Brescia; Galleria Persano, Torino; Gering
Gallery, New York; Gitte Weise Gallery, Sydney; Jennjoy Gallery, San
Francisco; Musée Gauguin, Papeari, Tahiti; Museo Bunkier Sztuki, Kracow;
Studio Morra, Napoli; Telles Fine Arts, Los Angeles
Con l'azione Museophagia avevo
coinvolto molte gallerie, prelevando oggetti (arredi, telefoni, strumenti di
misura) e trasportandoli da una galleria all'altra e da un continente
all'altro, fino a compiere un completo giro del mondo. Mi interessavano il
vuoto delle gallerie e la visione satellitare......"
"All'inizio le sue
opere erano una specie di decostruzione del percorso obbligato delle
produzioni artistiche, gallerie o spazi espositivi […] siamo nel 1998,
sono gli anni di Cream, della Net art, del Relazionale, degli
appassionati esordi di un sistema di condivisione sociale attraverso
nuovi modelli comunicativi. Bolognini in Museophagia
evoca un disordine sopraggiunto e che mai
più si sarebbe potuto ricomporre in una restaurazione ......."
Domenico Scudero
"Museophagia, lo dice il nome, significa tendenza o abitudine a consumare i musei. È
qualcosa che Internet sta cominciando a fare proprio ora, o almeno si
appresta ad assaggiarne alcuni bocconcini. La prima prova di museofagia,
in effetti una specie di bulimia digitale, è stato il tentativo di Bill
Gates, attraverso una società chiamata Corbys, di inghiottire, con la
scansione e la digitalizzazione, tutto il contenuto dei musei e delle
gallerie ritenuti adatti, per poi restituirlo in linea, a pagamento
naturalmente, su reti private.
Il progetto Museophagia, il website e l'argomento di questo libro, hanno
ambizioni più modeste di quelle di Bill Gates. Essi pretendono di
consumare, attraverso la digitalizzazione, soltanto gli oggetti (arredi,
infissi ecc.) prelevati da Maurizio Bolognini in gallerie d'arte di
diverse città, che egli ha raggiunto compiendo un giro del mondo,
iniziato dalla galleria della Fondazione Cavellini. Gioco corretto ......" Derrick de Kerckhove