Maurizio BologniniMaurizio BologniniMaurizio Bolognini

Machine Art (Più spazio più tempo), 2006-

"Riprendevo centinaia di persone mentre disegnavano nell'aria in modo simile alle Macchine programmate......"


Centinaia di persone che disegnano nell'aria, facendo un lavoro simile a quello delle Macchine programmate.
Hundreds of persons who draw in the air, doing work similar to that of the Programmed Machines

 


    
Depardieu, Nice,  2006
Santa Caterina, Arezzo, 2010




 

  

Machine Art , video. Courtesy Galerie Deaprdieu, Nizza, Francia, 2006.




Extratempo, 2013-

“Nei 'video' usati in queste installazioni (che chiamo infovideo) il tempo viene frammentato dalla macchina generando sequenze sempre diverse e non prevedibili.......

"
Extratempo fa coesistere i flussi generativi delle Macchine programmate e i flussi video di  Machine Art.
Nell'esperienza soggettiva del tempo si sta delineando un extratempo tecnologico, basato sulla delega dell’azione al tempo infinito della macchina e sulla delega della memoria al tempo circolare di registrazioni più sofisticate. Naturalmente si tratta di uno pseudo-tempo, un tempo surrogato, allo stesso modo in cui anche la comunicazione a distanza è una forma di presenza surrogata (sono surrogati in quanto sostituiscono l'originale ma sono di qualità inferiore)......


Extratempo (Extratime),
iinstallazione interattiva (computer, motion detection, monitor, videoproiezione). Courtesy Galleria Bonelli, Milano, 2015







da Angela Madesani, Lo spettatore emancipato. Quando il pubblico è parte attiva dell'opera (The emancipated spectator. The audience as an active element of the work of art), Bonelli, Milano, 2015, pp. 12-13

Extratempo è il titolo dell'installazione, del 2013, di Maurizio Bolognini. Un lavoro questo che ha degli antecedenti all'interno della sua ricerca. Innanzitutto le Macchine programmate: centinaia di computer programmati per generare flussi ininterrotti di immagini casuali e poi lasciati funzionare all'infinito. Dal 1992 molte di queste macchine sono state anche 'sigillate', in modo da non poter essere collegate a un monitor, un lavoro che ha dato un'impronta fortemente concettuale al suo uso dei nuovi media: le immagini vengono generate continuamente da queste macchine (programmate, funzionanti, distribuite casualmente sul pavimento), ma senza poter mai diventare oggetti fisici.
Una parte di Extratempo arriva proprio da quell'esperienza. Un'altra parte proviene da una serie di video (Machine Art), che Bolognini ha iniziato a realizzare una decina di anni fa, riprendendo delle persone mentre disegnavano nell'aria, facendo quindi un lavoro simile a quello delle sue macchine.
In Extratempo coesistono il flusso generativo delle Macchine programmate e il flusso video delle persone che disegnano nell'aria; inoltre gli spostamenti dello spettatore vengono rilevati dall'installazione determinando piccole variazioni nel flusso generativo:
"Ho sempre pensato che il mio lavoro riguardasse innanzitutto la dimensione spaziale: immagini in continua espansione che cercavano di raggiungere una vastità di tipo geografico. Ma in realtà, sin dall'inizio, era anche un lavoro sul tempo: per fare immagini molto grandi ci vuole molto tempo... Così la voglia di dare vita a immagini infinite, un'idea che ricorre nella storia dell'arte, resta un'utopia irrealizzabile, a meno che l'artista non possa disporre di un tempo aggiuntivo. Quello che io faccio da sempre è delegare la mia azione al tempo infinito della macchina. Allo stesso modo, quando riprendo e registro persone che disegnano nell'aria, delego la memoria al tempo circolare e reiterato del video, che è un tempo continuamente ripetibile e non consumabile. In questa installazione ho messo insieme, anche visivamente, questi due aspetti, pensando a un'idea di extratempo, che è un tempo tecnologico aggiuntivo, più o meno illusorio, ed è un tempo delegato." (Bolognini in una conversazione con chi scrive, settembre 2014). L'installazione presenta e fa coesistere così il tempo infinito della macchina, il tempo reiterato del video e il tempo reale dell'interattività. La circolarità del flusso video è continuamente sottolineata dall'elaborazione della macchina, che ne estrae casualmente le sequenze, le ripete e le ricombina in modi sempre diversi e non prevedibili....