Machine
Art , video. Courtesy Galerie Deaprdieu,
Nizza, Francia, 2006.
Extratempo, 2013-
“Nei 'video' usati in queste installazioni (che chiamo
infovideo) il tempo viene frammentato
dalla macchina generando sequenze sempre diverse e non prevedibili.......”
"Extratempo
fa coesistere i flussi generativi delle Macchine programmate e i flussi video di
Machine Art.
Nell'esperienza
soggettiva del tempo si sta delineando un
extratempo
tecnologico, basato sulla delega dell’azione al tempo
infinito della macchina e sulla delega della memoria al tempo circolare di
registrazioni più sofisticate. Naturalmente si tratta di uno
pseudo-tempo, un
tempo surrogato, allo stesso modo in cui anche la comunicazione a distanza è una forma di
presenza surrogata (sono surrogati in quanto sostituiscono l'originale
ma sono di qualità inferiore)......”
Extratempo (Extratime), iinstallazione interattiva (computer, motion
detection, monitor, videoproiezione). Courtesy Galleria Bonelli, Milano, 2015
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da
Angela Madesani, Lo spettatore emancipato.
Quando il pubblico è parte attiva dell'opera (The emancipated spectator. The audience as an active element of the work of art), Bonelli, Milano, 2015, pp. 12-13
Extratempo è il titolo dell'installazione,
del 2013, di Maurizio Bolognini. Un lavoro questo che ha degli antecedenti
all'interno della sua ricerca. Innanzitutto le
Macchine programmate:
centinaia di computer programmati per generare flussi ininterrotti di immagini
casuali e poi lasciati funzionare all'infinito. Dal 1992 molte di queste
macchine sono state anche 'sigillate', in modo da non poter essere collegate a
un monitor, un lavoro che ha dato un'impronta
fortemente concettuale al suo uso dei nuovi media:
le immagini vengono generate continuamente da queste macchine (programmate,
funzionanti, distribuite casualmente sul pavimento), ma senza poter mai
diventare oggetti fisici.
Una parte di Extratempo arriva proprio da
quell'esperienza. Un'altra parte proviene da una serie di video (Machine Art), che Bolognini ha iniziato a realizzare una decina di anni fa,
riprendendo delle persone mentre disegnavano nell'aria, facendo quindi un lavoro
simile a quello delle sue macchine.
In Extratempo coesistono il flusso
generativo delle Macchine programmate e il flusso video delle persone che
disegnano nell'aria; inoltre gli spostamenti dello spettatore vengono
rilevati dall'installazione determinando piccole variazioni nel flusso
generativo: "Ho
sempre pensato che il mio lavoro riguardasse innanzitutto la dimensione
spaziale: immagini in continua espansione che cercavano di raggiungere una
vastità di tipo geografico. Ma in realtà, sin dall'inizio, era anche un lavoro
sul tempo: per fare immagini molto grandi ci vuole molto tempo... Così la voglia
di dare vita a immagini infinite, un'idea che ricorre nella storia dell'arte,
resta un'utopia irrealizzabile, a meno che l'artista non possa disporre di un
tempo aggiuntivo. Quello che io faccio da sempre è delegare la mia azione
al tempo infinito della macchina. Allo stesso modo, quando riprendo e
registro persone che disegnano nell'aria, delego la memoria al tempo
circolare e reiterato del video, che è un tempo continuamente ripetibile e
non consumabile. In questa installazione ho messo insieme, anche
visivamente, questi due aspetti, pensando a un'idea di
extratempo, che è un tempo tecnologico aggiuntivo, più o meno illusorio,
ed è un tempo delegato."
(Bolognini in una conversazione con chi scrive, settembre 2014).
L'installazione presenta e fa coesistere così il tempo infinito della macchina,
il tempo reiterato del video e il tempo reale dell'interattività. La circolarità
del flusso video è continuamente sottolineata dall'elaborazione della macchina,
che ne estrae casualmente le sequenze, le ripete e le ricombina in modi sempre
diversi e non prevedibili.... |
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